Cari consorziati
la presente nota viene redatta a circa 60 giorni dall’assemblea ordinaria di Febbraio 2023 che come ogni anno ha visto l’approvazione del bilancio preventivo dell’anno in corso e la riconferma della stessa quota
annuale per i consorziati affannati dagli anni di pandemia.
L’assemblea ordinaria di Febbraio ha avuto una buona partecipazione, finalmente l’organo assembleare costituito dagli amministratori di condominio riesce a confrontarsi in modo sereno e costruttivo avendo ben
chiaro quanto fatto sin ora e innescando interessanti discussioni sulle problematiche in atto all’interno dell’area del consorzio.
Molto ancora c’è da fare, soprattutto considerando che i rapporti con il Comune di Montalto di Castro sono ormai cristallizzati da tempo e non si riesce a divenire, a causa delle complessità dovute al pregresso e al
reperimento delle informazioni, ad una risoluzione che preveda la chiusura della convenzione cosi come previsto nel lontano 2015.
Dopo un 2022 che ci ha visto impegnati in varie attività di manutenzione straordinaria per risolvere problemi di sicurezza sulle strade consortili più dissestate, sempre in danno al comune, oltre ad interventi straordinari di potatura di alberi d’alto fusto, l’assemblea ha deciso di approvare un bilancio preventivo per il 2023 di sole manutenzioni ordinarie, oltre alle attività di recupero crediti e ricognizione catastale della
zone private così da verificare situazioni di abusi denunciate da vari consorziati.
L’attività di accesso atti poi, operata dai nostri legali per ricostruire a livello documentale i rapporti storici con il Comune di Montalto di Castro e il Consorzio, ha portato alla luce diverse notizie che mettono in evidenza in maniera chiara che sono tante le inadempienze operate dalle varie amministrazioni comunali dal 1980 in poi ma anche tanti gli atti di malgoverno e di scarico delle responsabilità da parte dei consigli di
amministrazione del consorzio che si sono succeduti negli anni.
Ci vorrà ancora del tempo per chiarire diversi aspetti di questa storia ma intanto la domanda che nasce spontanea ogni volta che ci troviamo a confrontarci come CDA in assemblea con i vari proprietari,
soprattutto quando ci si chiede come risolvere i soliti problemi di sversamento di rifiuti illegali, quando vengono presentate proposte di interdizione a terzi delle aree consortili, raccolta dell’immondizia non più
porta a porta ma con isole all’interno delle aree private così come succede a Torre di Maremma o al Villaggio Mediterraneo è questa :
quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo “galleggiamento” , di questo continuare a credere che il rientro delle aree consortili nelle mani del comune risolverà i problemi atavici dell’area? Ammettendo che il consorzio fino a che esisteranno aree in comune tra le proprietà private non potrà essere cancellato, quali sono i vantaggi e gli svantaggi nell’approvare bilanci che tengono in piedi una struttura organizzativa esclusivamente per mantenere in sicurezza l’area in attesa di questa conclusione della convenzione?
La vicenda di via tre cancelli, che in questi giorni conosce il concetto di “desertificazione” a causa del taglio radicale dei pini (di pertinenza comunale) piantati negli anni 80 alla nascita del consorzio è emblematica:
dopo più di 5 anni dal prima ipotesi di progetto per il rifacimento di questo tratto di via tre cancelli parte il taglio degli alberi di alto fusto, definiti instabili dal punto di vista statico da una perizia del tecnico incaricato dal Comune, per le abitazioni confinanti e per gli automezzi che transitano sulla strada, senza dar conto della data di inizio dei lavori di ripristino del fondo stradale, nè della piantumazione delle nuove essenze che viene rimandata a data da destinarsi.
Il taglio delle piante viene effettuato alle porte della stagione estiva ignorando il fatto che tale lavoro sarebbe potuto essere realizzato in autunno o perlomeno in un periodo subito antecedente alle attività del
ripristino di via tre cancelli.
Il risultato e che quest’anno le case su via tre cancelli lato litoranea rimarranno al sole e con la strada sempre in stato di dissesto, con le automobili che transiteranno in maniera piratesca sull’area a verde e nel
controviale consortile dinanzi alle residenze.
Naturalmente stiamo già monitoriamo lo stato dei sottoservizi del controviale di nostra pertinenza per verificare che non vengano arrecati danni agli impianti di scarico delle abitazioni facenti parte del consorzio.
Per ora a noi non rimane che chiederci: se fosse dipeso dal consorzio, se invece di fare bilanci di “galleggiamento” volti al mantenimento dello Stato
attuale in attesa che qualche buona amministratore comunale venga a salvarci avessimo deciso di salvarci da soli? Se avessimo deciso di approvare bilanci più coraggiosi prevendendo un piano di recupero dell’area in orizzonte temporale di 10 anni ad esempio al di là di questo orizzonte indefinito del rientro delle aree? Se avessimo deciso di fare un investimento sul nostro futuro, quello che prevederebbe sì un aumento delle quote ma anche il raggiungimento di obiettivi più ambiziosi sia in termini qualitativi che quantitativi con il ripristino delle aree sportive, magari la creazione di un centro di aggregazione come un circolo sportivo o un bar, il ripristino integrale del manto delle strade interne e di un verde ancor più decoroso oltre all’efficientamento della rete di illuminazione
all’interno del consorzio?
Queste mie riflessioni, condivise con il consiglio d’amministrazione, allegate a queste foto di via tre cancelli hanno il solo scopo di far riflettere chi abita questo consorzio sul senso di questa istituto, che a parere dello
scrivente non dovrebbe limitarsi a “galleggiare” nel deserto poiché è naturale poi che col passare del tempo ci si areni senza avere più la possibilità di disincagliarsi.
Il Presidente pro tempore del Consorzio del Palombaro
Ing. Francesco Orsini
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